I risultati del lavoro di Yung vennero inviati a Jean-François Champollion in Francia. Quest’ultimo impiegò due anni prima di convincersi che i geroglifici non erano semplicemente simbolici, ma una volta accettato il loro valore fonetico fu in grado non solo di identificare rapidamente i segni, ma anche di comprendere abbastanza bene l’antica lingua, tanto da poter fare la traduzione completa della sezione geroglifica della Stele di Rosetta. Non si limitò ad interpretare come lo Yung singole parole o lettere, ma riconobbe il "sistema". Scriveva Champollion al segretario della Reale Accademia francese delle iscrizioni, il barone Joseph Dacier: "Sono arrivato al punto in cui posso avere una visione completa della struttura generale di questa forma di scrittura, segni e regole della loro combinazione ... così ci sono le basi per la grammatica e il dizionario di queste scritte che si trovano sulla maggior parte dei monumenti". Purtroppo Champollion non poté vedere la pubblicazione della sua grammatica, poiché morì d’infarto nel 1832. Dopo oltre 1500 anni di silenzio, finalmente si potevano leggere gli antichi testi egizi e per gli studiosi si apriva un nuovo orizzonte di informazioni.